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ALLA RICERCA DELL’EREMO DI PESCHIOLI
(Una grotta spinosa quale rifugio di S. Franco)
PARCO NAZIONALE DEL GRAN SASSO E MONTI DELLA LAGA, LA REGIONE ABRUZZO, LA PROVINCIA E IL COMUNE DELL’AQUILA
UN SUGGESTIVO VIAGGIO NELLA NATURA IN UN AMBIENTE UNICO SOTTO IL MASSICCIO CALCAREO DEL GRAN SASSO D’ITALIA
ASSERGI (BASE FUNIVIA) frazione del Comune di L'AQUILA (AQ)
La Frazione dista 13,68
Km dalla città de L’Aquila
Coordinate: latitudine 42°25'34"N - longitudine 13°31'40''E
Altitudine: 1120 metri s.l.m.
Popolazione: 5 abitanti
Come arrivare: Per Assergi: A24, uscita Assergi
PERIODO: LUGLIO
Escursione di 3,8 km.
Durata: 2,5 ore
DIFFICOLTA’: MEDIA
I SEGRETI DELL’ABRUZZO
Arriviamo e lasciamo i nostri mezzi di viaggio al piazzale di Fonte Cerreto e lungo la stradina sterrata nella immediata vicinanza. Siamo a quota 1021 m. circa s.l.m., punto di partenza della nostra escursione e base della funivia per Campo Imperatore.
Primi Passi
Ci avviamo lungo la prima parte del sentiero direzione Pizzo Cefalone. Si presenta facile da seguire e senza difficoltà. Oltre al sentiero esiste anche una stradina sterrata che va nella stessa direzione e porta anche al rifugio Mandolo’, ma per accorciare il cammino prendiamo il primo.
Inoltrandoci sul sentiero notiamo davanti a noi la presenza di numerosi alberi di Larice, Faggio, di Ginepro e di Pino.
Dopo qualche minuto di salita avvistiamo la prima, delle uniche due, indicazione di percorso che incontreremo andando verso il tragitto “Rifugio Mandolò”. Saliamo per qualche centinaio di metri fino al tratto in cui il sentiero si sdoppia. Il tratto verso est porta al rifugio e l’altro, verso ovest punta Pizzo Cefalone. Proseguiamo per altri duecento metri circa andiamo verso quest’ultimo. Dopo di ciò la pista dopo 550 m. dalla partenza svolta verso Monte Portella.
Pensiamo di seguire il sentiero dentro e fuori il boschetto fino quota 1265 m. circa, tenendo a mente che ad un certo punto andrà lasciato per muoverci verso un gruppo di massi rocciosi presenti alla nostra destra lungo il costone ai margini del bosco.
Purtroppo, dopo circa un’ora di marcia, a circa un kilometro dal punto di partenza, arriviamo ad una parte di sentiero chiuso dalla troppa vegetazione. Optiamo quindi, di lasciare il sentiero anticipatamente rispetto le nostre previsioni, e di riprenderlo dall’esterno del boschetto quando riappare.
Su per il costone è presente un canale. Lo attraversiamo intorno alla quota 1270 m. e saliamo ai margini di quest’ultimo.
Non sapendo l’ubicazione precisa della grotta lo scopo di questa escursione è appunto tracciare un percorso per arrivarci, senza troppe difficoltà, e che sarà utile per le prossime escursioni che vorremo fare.
A questo punto, basandoci anche sulle informazioni forniteci dai locali, proseguiamo in salita indirizzandoci dove pensiamo la grotta possa probabilmente trovarsi e cioè verso un ammasso di roccie che vediamo in alto alla nostra destra ed in mezzo alla vegetazione. Durante il nostro spostamento, a circa quattrocento metri di distanza, sulle pendici sotto di noi avvistiamo un capriolo alla nostra destra. E’ sempre un piacere ammirare questo splendido animale.
A questo punto del percorso la cima oggetto della nostra meta e ben visibile. Infatti pensiamo che la grotta possa trovarsi proprio intorno a quei massi.
Apparentemente la direzione intrapresa sembra fornirci un percorso facile, ma è in questo punto che il percorso diventa difficile. L’erba è molto alta ed al limite della percorribità e non si trova traccia da poter seguire. In alternativa ci sarebbe la possibilità di continuare la risalita del canalone che pero presenta roccie instabili e troppo scomode da scalare. Avendo ormai abbandonato il sentiero è soltanto basandoci sulla nostra conoscenza delle montagne che proseguiamo verso la meta creando cosi un nuovo sentiero.
Nonostante la fatica e l’ansia di giungere in meta, uno sguardo indietro al panorama è d’obbligo.
Per facilitarci l’attraversamento del costone abbiamo deciso di salire per il monte fino a quota 1460 metri circa, oltre passando i massi oggetto della nostra ricerca, per poi tagliare il costone scendendo trasversalmente ed raggiungendo il gruppo di massi dall’alto anziché dal basso o da lato, per poi scendere su uno spuntone più grande a noi visibile, e dove andremo a cercare l’eremo.
LOCALIZZAZIONE DELLA GROTTA
A prima vista non troviamo traccia della grotta, ma poi dopo qualche ricerca, finalmente troviamo nascosto dalla troppa vegetazione, il cartello dell’EREMO DI PESCHIOLI. Ci voltiamo, alziamo lo sguardo ed eccolo sopra di noi il rifugio di S. Franco a quota altimetrica di circa 1435 m. s.l.m..
La tentazione di provare l’arrampicata alla grotta è forte, ma scopo della nostra escursione è soltanto di trovare ed avere il tracciato per arrivarci. Inoltre senza un’adeguata attrezzatura da montagna sarebbe poco saggio tentare anche la scalata della roccia verticale per entrare nell’eremo.
Sarà per la prossima volta su I SEGRETI DELL’ABRUZZO.
IL RITORNO
Lasciamo quindi la grotta e affrontiamo la via del ritorno. Prendiamo la decisione di scendere per il monte passando dall’altra parte del costone creandoci un secondo tracciato ottenendo in questo modo un’altro sentiero in alternativa al primo. Cerchiamo l’eventuale esistenza di sentieri precedenti, ma notiamo soltanto qualche traccia ormai ricoperta di fitta vegetazione e che ci impedisce di camminare agiatamente.
Proseguiamo scendendo in diagonale per circa 500 metri, fino ad incrociare la linea elettrica. La seguiamo in discesa lungo i suoi tralicci. A questo punto finisce il tratto difficoltoso e tutto diventa facile. Poco più di una passeggiata nel verde.
Così per altri 500 metri sempre lungo il tracciato elettrico in discesa per arrivare ad incrociare un sentiero che ci ricondurrà alla base della funivia.
Concludendo posso dire che entrambi i sentieri tracciati, andata e ritorno, potrebbero essere percorsi con meno difficoltà se affrontati in primavera od in tardo autunno quando non è presente la troppa vegetazione. Per chi invece come me è amante del verde allora dovrà faticare per guadagnarsi la scoperta “dell’EREMO DI PESCHIOLI”.
P.S. Non dimenticate un buon cannocchiale che vi tornerà utile nella ricerca della grotta.
Ma chi era quest’eremita Franco del Gran Sasso che vagò per le montagne d’Abruzzo in completa solitudine, rinunciando al mondo, andando alla ricerca della perfetta quiete interiore, quiete esteriore ed alla ricerca di Dio? Prossimamente su I SEGRETI DELL’ABRUZZO. NON MANCATE.
Per il momento è possibile scaricare, oltre il file del percorso, anche i file riservati ai soli membri del sito, ma non lo sarà per molto ...iscrivetevi presto.
I SEGRETI DELL’ABRUZZO
DI SEGUITO UNA BREVE PRESENTAZIONE FOTOGRAFICA CHE RENDE BENE L'IDEA SUL PERCORSO E SULLE BELLEZZE NATURALI INCONTRATE.