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“PRATO AGABITO”
REGIONE ABRUZZO, LA PROVINCIA E IL COMUNE DELL’AQUILA
I SEGRETI DELL’ABRUZZO
Tra i territori dei comuni di Lucoli e Rocca di Cambio, nella catena del Velino-Sirente e in parte all'interno del Parco Regionale Naturale
Percorso OTTIMO per escursionisti, corridori ed amanti della mountain bike
PERIODO: MAGGIO
DIFFICOLTA’ ESCURSIONISTI: FACILE
DIFFICOLTA’ CORRIDORI: DIFFICILE(*)
DIFFICOLTA’ BIKE: MOLTO DIFFICILE (**)
LUNGHEZZA PERCORSO: 18,30 km.
Dall'Aquila, senza passare per l'autostrada A2, salendo a Lucoli dalla S.S. 584 fino a Casamaina verso il Valico "La Crocetta" quindi proseguendo oltre l'incrocio della Vecchia Miniera si prosegue e destra per il Valico della Chiesola. Poco dopo il valico sulla sinistra poco visibile un'area parcheggio su terreno sterrato lasciamo l'auto.
Passando invece dall'Autostrada A24 (Da Roma o da Teramo) si imbocca l'uscita Tornimparte per salire direttamente a Campo Felice. Prima di Arrivare al Valico della Chiesola individuiamo l'area parcheggio, verso la nostra destra, su terreno sterrato per la presenza di un cartello in legno che contrassegna l'Area Pic-Nic di Prato Agapito, anche noto come Prato Agabito e Prato Capito.
Infine da est è possibile utilizzare la galleria del Serralunga che collega la piana Rocca di Cambio e, tramite la stessa strada statale 696, all'autostrada A25 Torano-Pescara.
La Località a 30 km dall'Aquila e 113 km da Roma.
Coordinate: latitudine Campo Felice Prato Capito 42°14′26.59″N 13°21′30.04″E
Altitudine di partenza: 1608 metri s.l.m.
Popolazione: 0 abitanti
(*) Il tratto in andata che parte dal rifugio Campitello e porta fuori dal bosco, presenta ,in tarda primavera ed estate, una vegetazione che rende difficile l’individuazione del sentiero per cui il corridore non avrà una pista comoda e di facile individuazione. Per questo motivo ho dato al percorso “difficile” come impegno per percorrerlo altrimenti lo definirei facile. Il primo tratto fino al Rifugio del Campitello sarebbe addirittura adatto anche a corridori poco allenati ma abituati, comunque, a correre lunghe distanze.
(**) Parte del percorso, circa un kilometro prima di arrivare al valico che porta al lago, per il tratto in andata che parte dal Rifugio del Campitello e porta fuori dal bosco, in tarda primavera ed in estate, presenta una vegetazione che rende difficile l’individuazione del sentiero e quindi l’uso della mountain bike. Ideale sarebbe, per i meno esperti della mountain bike, arrivare al Rifugio del Campitello e fare inversione. I più esperti invece possono tentare e forzare l’attraversamento dell’ultimo tratto sui prati, ma consiglio di farlo in primavera o in autunno. Per questo motivo ho attribuito al percorso “molto difficile” richiedendo molta attenzione ed impegno .
Partenza
Quota 1615 m. s.l.m. piazzale auto in terra.
Nella località di Campo Felice, intorno al Passo “La Crocetta” situato lungo la s.s. 696, c'è un area di sosta su un lato della strada e da lì una stradina in terra battuta che conduce alla località "Prato Agabito", conosciuto anche con i nomi di Prato Capito e Prato Acapito.
Un prato, un’attrezzata area da picnic, immersa nella natura e nel verde, ricca di scorci e di panorami stupendi, soprattutto con l’esplosione di colori che si hanno in primavera. In inverno, invece, il luogo si ricopre di uno splendido mantello di neve. La località presenta numerosi sentieri e buona parte di essi si possono fare in trekking, di corsa ed in bike. Persino in inverno alcuni percorsi sono fattibili con gli sci da fondo.
La nostra escursione viene fatta nel mese di maggio e l’intento è di attraversare il bosco ed arrivare ai confini dell’Abruzzo con il Lazio per vedere il Lago della Duchessa e dintorni.
Questa volta, abbiamo deciso di fare del trekking lungo uno dei percorsi, andata e ritorno, di distanza pari a 18,30 kilometri. Lo stesso percorso si presta anche per chi preferisce correre, mentre per chi vuole percorrerlo in bike, rimane difficile soltanto l’ultimo kilometro del tratto di andata, consigliato solo agli esperti.
Primi passi
Effettuato un ultimo controllo delle attrezzature necessarie per l’escursione, la prima direzione presa è una carrareccia in discesa, posizionata sulla sinistra del cartellone antistante l’area Prato Agabito, direzione i prati , direzione Prati del Campitello.
Il primo prato che incontriamo è ben attrezzato per le scampagnate. Infatti è provvisto di vari barbecue, panche, tavoli in legno ed anche una fontana per l’acqua. La prossima volta che verremo a visitare il luogo non sarà soltanto per fare del trekking!
Un percorso facile si presenta davanti a noi mentre ci avviamo verso il primo tratto della foresta di faggio denominata Bosco Cerasolo. Bastano pochi passi e all’interno non possiamo fare a meno di notare quanto risaltino i colori del luogo, forti e brillanti.
I sentieri percorribili, una volta addentrati nel bosco, sono innumerevoli quindi prestate attenzione alla direzione da seguire. Se non conoscete i luoghi, l’ausilio di un Global Positioning System (GPS) può far comodo, oppure munitevi di una buona mappa . Noi abbiamo portato entrambi, perché avere alternative in caso di bisogno è sempre un vantaggio. In tutti i casi potete verificare dalle fotografie sottostanti che il percorso da seguire è la carrareccia più larga e più facile.
1,10, 100 faggi secolari e non, lì dove anni fa i taglia boschi rifornivano la regione con la legna proveniente da questo luogo.
Si sussegue, in uno scenario dopo l’altro, un’ incredibile varietà di flora. A volte il bosco si apre su prati verdi ricoperti di fiori selvatici.
Dopo circa due ore di trekking, arriviamo in un punto dove troviamo dei massi in mezzo alla carrareccia. Si intuisce che siamo giunti alla fine della stessa e che d’ora in poi si restringerà ad un semplice camminamento.
Successivamente, camminando ancora per una mezz’ora arriviamo al Rifugio Forestale del Campitello. Qui sostiamo per un quarto d’ora.
La prima metà del tratto percorso si è presentato come il più facile, in quanto, dal punto di partenza fino al rifugio forestale, ci sono stati dei saliscendi per poco più di 7,2 kilometri, che hanno toccato i dislivelli tra le quote 1575 e 1700 m.
Da questo punto in poi, nell'ultimo tratto del bosco da attraversare, il sentiero si perde sotto la vegetazione, ma proseguiamo per la salita scostandoci di qualche metro dalla valle presente sulla nostra destra e che ci da la direzione.
Dopo un’ora e mezza decidiamo di far sosta intorno al rifugio per alcuni minuti.
Lasciando Rifugio Forestale del Campitello
Verso la cima
Successivamente proseguendo per la salita fino all'uscita dal bosco, per circa mezz'ora, ritroviamo una traccia di un camminamento ma ormai molto ridotto che pare indirizzarci verso i confini Abruzzo-Lazio. Ci alziamo orientandoci verso Cimata di Macchia Trista Quota 2090 per muoverci verso le ultime chiazze di neve rimaste dell’inverno passato.
Saliamo per il fondo valle per circa un Km., un’ora ancora, lasciando Punta dell’Uccettu (quota 2006 m. s.l.m.) alle nostre spalle.
A questo punto resta ormai da percorrere il tratto che consideriamo quello più ripido del tragitto, verso Cimata di Macchia Trista, per circa 800 m, per poi tagliare la costa, toccando quota 1966m. e dirigendoci poi verso il lago. La nuova direzione, presa trasversalmente, attraversa il confine Abruzzo-Lazio senza puntare direttamente sulla cima Uccettu, perchè farla sarebbe abbastanza faticoso, anche se come alternativa porterebbe prima al bel vedere.
Lago della Duchessa
L’arrivo
Dopo un’altra ora di trekking vediamo apparire il Lago della Duchessa.
Il Lago della Duchessa, di origine carsica, posto a 1788 m. s.l.m. è posizionato in una conca glaciale sovrastata da imponenti cime (Monte Murolungo 2184 m, Monte Morrone 2141 m), ed è uno dei laghi più alti dell'Appennino centrale.
Apparentemente l’ambiente sembra sconsolato e brullo, ma la flora è ben rappresentata dalla presenza di specie e comunità vegetali. Se fortunati si ha la possibilità di vedere specie rarissime.
Siamo intorno alla quota 1966 m. s.l.m.. e, per rispettare la tabella di marcia, decidiamo che possiamo fermarci in questo punto.
Dopo una pausa di 15 minuti, tempo di prendere fiato e mangiare un panino, dopo aver apprezzato lo splendido panorama, facendo anche qualche fotografia, riprendiamo la via del ritorno.
Per il ritorno, percorriamo il sentiero a ritroso, dandoci la possibilità di goderci meglio la vista dei dintorni che durante la salita non sono stati notati.
Infatti vediamo gli olaci, erbe selvatiche simili agli spinaci, molto ricercati da chi ama fare ricette tradizionali della nostra regione.
Abbiamo inoltre notato varie specie di funghi commestibili e non.
Prati verdi con fiori selvatici. Piantine di fragole già in fiore, che fanno prevedere una bella raccolta verso il mese di luglio quando il frutto maturerà.
Poco più di tre ore e giungiamo alla macchina. Stanchi ma soddisfatti e contenti. Abbiamo trascorso una giornata all’aperto in montagna, lontano dai rumori e dalle abitudini di tutti i giorni.
L’intero tragitto si è svolto in tutta tranquillità con poco più di sette ore di trekking, comprese le soste.
N.B. Le quote altimetriche, indicate nell’articolo e registrate con applicativo android GPS per cellulari, non hanno la precisione delle quote relative alle mappe cartografiche dell’I.G.M. Si riscontrano delle differenze di quote in altezza anche notevoli. Si consiglia di consultare le
mappe se si desidera conoscere le quote esatte.
Non dimenticate di scaricare il file KML del tracciato. Potrai vedere il percorso su Google Earth, GPS, e Android.
Per il momento è possibile scaricare, oltre il file del percorso, anche i file riservati ai soli membri del sito, ma non lo sarà per molto ...iscrivetevi presto.
Giuseppe Libero
I SEGRETI DELL’ABRUZZO
DI SEGUITO UNA BREVE PRESENTAZIONE FOTOGRAFICA CHE RENDE BENE L'IDEA SUL PERCORSO E SULLE BELLEZZE NATURALI INCONTRATE.