CERCA NEL SITO / SEARCH IN THE SITE
VISITE/VISITS
CLICCATE/CLICKS
MISTERO DEL MONASTERO DI S. JACOPO
Oggi siamo in un luogo poco lontano dal capoluogo Abruzzese ma dimenticato da quasi tutti.
Più precisamente ci troviamo ai confini dei territori montani di Lucoli, di Roio Piano e di Bagno del Comune L’Aquila “. In questo luogo appaiono ormai soltanto i resti di quello che, si dice, poteva essere allora un piccolo monastero.”
Quando.. Cenni Storici.
Molti i colpevoli nel regno, secondo Re Luigi D’Ungheria, che impuniti tenevano le redini del potere dopo l’assassinio di suo fratello Andrea, da indurlo ad armare un esercito per riconquistare il reame di Napoli. Non riuscendovi per vie mare, si era procurato il passaggio attraverso l’Italia per mezzo di un vescovo, un’altro fratello, che gli guadagnò l’amicizia di tutti i principali baroni delle terre D’Abruzzo. Re Luigi D’Ungheria riuscì quindi ad attraversare il territorio senza incontrare nessuna resistenza. Fu accolto festosamente ad Aquila, a Sulmona ed a Benevento ingrossando sempre più il suo esercito lungo il cammino. Da Benevento il Re mosse le sue truppe verso Napoli non prima di fermarsi ad Aversa a visitare il Convento del Murrone, dove era stato assassinato suo fratello. In quello stesso posto fece uccidere il Duca Carlo di Durazzo accusandolo della complicità del misfatto. Successivamente entrò a Napoli ed ordinò che si rifacesse il processo dell’uccisione del fratello. Nacque da li a poco l’esercito di mercenari del Duca Guarnieri che invasero il territorio compiendo saccheggi e violenze.
Poco prima, “circa cento anni", fu costituita la città di Aquila città fondata per progetto dell'imperatore Federico II di Svevia intorno al 1254, che nacque per interessi molteplici ma, soprattutto, in funzione antifeudale, per volontà degli abitanti dei castelli del contado che intendevano affrancarsi dalle pesanti vessazioni cui erano sottoposti. In seguito la città venne rinominata Aquila degli Abruzzi ed infine L’Aquila (1939). Si narra la sua formazione dovuta all'unione di molti villaggi della zona (99, secondo la tradizione locale ma in realtà furono molto meno), ognuno dei quali costituì un quartiere che rimase legato al villaggio-madre e fu considerato parte dello stesso per circa un secolo.
Niente però a confronto di ciò che prendeva vita nel porto di Messina intorno al 1347. Infatti dopo il medio e l’estremo oriente nel continente europeo si diffuse LA PESTE BUBBONICA.
Nel frattempo “Giovanna” fa assoldare la compagnia del Duca Guarnieri e dopo un’impresa difficilissima entra in Napoli e strappa il potere agli Ungheresi. Pur riuscendo ad entrare in Napoli non riesce però a sottomettere l’intero territorio, nella Puglia infatti trova il Barone Ulrico Wolfart, che era riuscito a mettere insieme un esercito numeroso con le promesse di paghe maggiori e di liberi saccheggi.
Le spese furono pagate dalle popolazioni, che videro le campagne devastate dai mercenari dell’una e dell’altra compagnia, gran parte dei loro averi razziati. Città devastate, abitanti torturati ed imprigionati per rilevare i nascondigli dove riponevano i loro tesori.
Durante questo periodo Pietro da Morrone, papa Celestino V, che nel 1294, fu incoronato Pontefice, donò al mondo dei fedeli la sua indulgenza plenaria e la città di Aquila venne interessata direttamente all’evento. Di conseguenza, coinvolta nelle sfortunate vicissitudini del papa povero, la città andò, da lì a poco, incontro alla distruzione.
Dopo la battaglia di Benevento (1266) che pose fine alla dominazione di Manfredi, figlio del Re Federico II di Svevia, la città fu ricostruita da Carlo I d’Angiò. Parteciparono alla sua ricostruzione gli abitanti dei castelli per ottenere la riconoscenza del Re.
In seguito, nella ricostruzione Aquila ed il suo territorio furono divisi in quattro quarti o quartieri, facenti capo alle chiese-colleggiate dette “capo di Quarto” dei locali più importanti.
In città emergevano circa trenta chiese, tra cui la grandiosa abbazia di Collemaggio.
Le vicende Celestiniane e l’unificazione amministrativa concessa da Carlo II dettero grande impulso alla crescita economica della città che, con la successiva istituzione di una fiera annuale in concomitanza della Perdonanza, entrò nel grande circuito commerciale europeo.
Lo sviluppo del volume degli affari e l’aumento della circolazione del denaro, fecero sì che nel XIV secolo il sovrano concessa alla città di avere una propria zecca. Aquila continuò, tuttavia, ad essere teatro di lotte interne ed esterne, la più dura delle quali ebbe luogo tra il 1423 e il 1424, nell’ambito dell’intricata successione dinastica angioina. In quell’occasione, la città fu assediata per tredici mesi dal capitano di ventura Braccio Fortebraccio da Montone spinto da Alfonso d’Aragona. Sfinita dalle lotte riuscì tuttavia a vincere, sopravvivendo come libero Comune e riconquistando l’antico splendore.
Divenne la seconda città del Regno di Napoli, fiorente negli scambi commerciali e culturali con le più importanti città italiane e straniere. La sua prosperità non mutò con l’avvento degli Aragonesi (1442).
Durante questo periodo, protagonisti della storia aquilana con la loro potente opera religiosa e civile furono S. Bernardino da Siena, S. Giacomo della Marca e S. Giovanni da Capestrano.
Ora facciamo una riflessione e chiediamoci in quale punto della nostra storia probabilmente nasce il ciò che oggi è divenuto nostro “mistero”.
Dove.. Il Sito.
Ai limiti dei territori montani, comuni censuari di Lucoli, di Bagno e di Roio in Aquila città D’Abruzzo. Ritroviamo Valle di Santo Iago percorsa dalla strada comunale di Pescocroce. Lasciando il paese Poggio di Roio, passando davanti al Monastero di S. Lorenzo delle Serre e seguendo il percorso che attraversa le creste, proseguendo verso il Monte di Bagno, una piacevole ed incantevole passeggiata vi porterà alle rovine.
Che cosa.. Le Rovine.
Un sito “archeologico” direi dalle modeste dimensioni ma con segni evidenti della presenza di un fabbricato forma ad L, costituito presumibilmente da quattro vani, di cui due con volte a botte. Evidente la presenza di una porta di collegamento tra i vani posizionati sulla parte posteriore del complesso.
Su alcune pietre, che probabilmente facevano parte dei perimetrali, si notano aperture a feritoie necessarie ad aerare, ad illuminare ed a scaldare con il calore del sole quelle che una volta potevano essere stanze.
Chi.. Monasteri indipendenti.
Al momento non esistendo alcuna traccia storica scritta sulle origini del cosi detto Monastero di Santo Iago (Jacopo), le uniche fonti di informazione sulle sue origini sono state tramandate dalla tradizione orale.
Prima della conquista normanna e lo sviluppo della casa di Svevia, con la ripresa della economia pastorale, una delle ipotesi sul mistero della sua fondazione, potrebbe essere ricercata nella volontà di qualche monastero, ubicato sui primi contrafforti delle pendici dei monti di Bagno (S. Lorenzo delle Serre, S. Spirito D’Ocre, S. Giovanni di Collimento), di voler edificare un piccolo complesso monastico alle proprie dipendenze ed al servizio della popolazione che frequentava la montagna.
Perché .. Il Mistero.
Tuttavia, Come mai nessuna traccia scritta del monastero?
Le vecchie mappe catastali non riportano alcun monastero…eppure la mappa riporta come nome dell’area: Valle Santo Iago. Molti sono i detti popolari che narrano di un monastero esistente su queste montagne.
Nacque forse spontaneamente a causa dei passaggi dai comuni limitrofi di pastori e di pellegrini, che confluivano e si radunavano in quelle zone per poi sostare ed unirsi in preghiera?
Era forse meta di Pellegrinaggio?
Oppure meta di Ritiro Spirituale e Meditazione?
Esilio di qualche personaggio?
Nascondeva forse cosa o qualcuno?
Scaricatevi il file pdf del Monastero di S. Jacopo completo delle fotografie del sito.
Seguiteci ancora su” I SEGRETI DELL’ABRUZZO” per scoprire le ricerche sul Mistero del Monastero di S. Jacopo.
Author
Giuseppe Libero
Contact
Giuseppe ABRUSCA SALVATORI
(giuseppe.abrusca@gmail.com)
fonti per la sola ricerca cronologica storica
-www.cronologia.leonardo.it
-articoli del IlCapoluogo.it
Mistero del Monastero
di S. Jacopo pdf