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Qualche numero significativo sulla Regione.
Superficie: 10.794 Km²
Zona Geografica: Italia Centrale
Confini: Marche a NORD, Lazio a SUD-OVEST, Molise a SUD-EST, Mare Adriatico a Est.
Abitanti:1.281.000
Densità: 119 ab./Km²
Capoluogo: L’Aquila
Province: Chieti, Pescara e Teramo
Numero dei comuni: 305
Porti principali: Pescara, Ortona, Vasto e Giulianova
Principale aeroporto: Pescara
LA MAJELLA
Sentieri, Luoghi, Natura, Cielo e Terra
(Parte I)
Con “I Segreti dell’Abruzzo”
“La Majella” (o anche Maiella) è il secondo massiccio montuoso più alto degli Appennini continentali dopo il Gran Sasso. Posizionato nell'Appennino centrale abruzzese, nel basso Abruzzo, al confine tra le province di L'Aquila, Chieti e Pescara, e posto al centro dell'omonimo Parco nazionale della Majella, con la cima più alta raggiunta dal Monte Amaro, 2793 m s.l.m. ed una superficie di oltre 74.095 ettari.
Il territorio è tutto da scoprire con i suoi parchi montuosi e selvaggi. Su di esso insistono diverse comunità montane (Peligna, della Majella, del Morrone, la Maielletta e la Aventino-Medio Sangro) con i vasti pianori d’alta quota e fondo valle, con gli splendidi centri storici dei piccoli comuni e i numerosi eremi sparsi nella natura dei Parchi.
Vita, folclore e spirito dominano paesaggi, sapori e bellezza dell’intero comprensorio che comprende 12 comuni delle Terre Pescaresi localizzati all’interno del Parco e 2 comuni contigui che facilitano l’accesso all’estesa area naturale protetta.
La Majella è straordinariamente ricca di testimonianze storiche, archeologiche e architettoniche. In effetti per 800.000 anni è sempre stata abitata. Durante questi anni passati intrecci di civiltà, culture, religioni, hanno portato all’evoluzione dei miti facendoci ereditare nel tempo una storia ricca di misteri, delle leggende ammaglianti e delle tradizioni che, ancora oggi, sono presenti e possono essere riscoperte e raccontate, come il culto in grotta o come la pratica della transumanza. Tradizioni antiche che nei secoli hanno segnato la storia delle genti abruzzesi e per quanti hanno avuto rapporti con questo territorio.
Dapprima il territorio della Majella nacque con il nome di Monte Paleno e sembrava che la montagna fosse consacrata a Veiove (Zeus il corrispondente greco).
Successivamente il massiccio montuoso assunse il nome di Majella e il cambiamento di toponomastico viene spiegato tramite diverse leggende, tutte legate a personaggi mitologici e che nei futuri articoli di “I SEGRETI DELL’ABRUZZO” potrete conoscere.
Grazie anche alle vicinanze con Roma La Majella fu continuamente frequentata da uomini di fede. Tra i più noti che decisero di ritirarsi in questi luoghi remoti, spicca il nome di San Pietro del Morrone, colui che per breve tempo fu Papa col nome di Celestino V.
Fin dal secolo IX si formarono una rete di monasteri facenti capo, nella maggior parte dei casi, alle tre abbazie benedettine di San Vincenzo al Volturno e di San Clemente a Casauria, che insieme a Montecassino, costituirono per vari secoli poli di riferimento nelle vicende del territorio della Majella e dell’area circostante.
Tra le fondazioni più antiche troviamo San Liberatore a Maiella (Serramonacesca), dipendenza Cassinese e San Salvatore a Maiella (Rapino), esistente alla fine del secolo X e forse di origine autoctona. Al secolo IX risalgono San Martino in Valle (Fara San Martino), San Nicola di Coccia (Palena) e la chiesa di San Leopardo (Pacentro).
Quindi possiamo affermare che da sempre gli abruzzesi hanno considerata la Montagna, sacra e materna, con i suoi luoghi misteriosi e mistici intorno ai quali si narrano miti e leggende.
MAMMA MAJELLA
Chi vorrà visitare il territorio troverà, nel verde Parco Nazionale della Majella, attrazioni e avventure uniche e diverse. Una vacanza nel nostro territorio riserverà sempre qualche scoperta interessante e divertente.
Visti gli oltre 700 Km di sentieri presenti nel Parco, abbiamo un’ampia scelta di percorsi che vanno dalla durata di un’ora, ad altri che ci impegnano anche più giornate e adatti non soltanto ai più esperti, ma anche alle famiglie ed ai gitanti cittadini, montanari o poco più.
Una chicca del Parco Nazionale della Majella per i camminatori sono i tracciati che raggiungono le alte quote: itinerari lunghi e lontani da centri abitati, non adatti a tutti ma sicuramente affascinanti. Un’esperienza indimenticabile, ma a cui bisogna essere preparati fisicamente e psicologicamente. Scavati nella roccia della montagna del Morrone, a strapiombo su gole e sentieri impervi, scopriamo gli eremi della Majella. Le vie per gli eremi di S. Spirito, S. Bartolomeo, S. Onofrio, S. Giovanni, sono immerse in una natura ancora incontaminata.
Se si hanno a disposizione più giorni, meglio optare per uno dei tre grandi circuiti di trekking che esplorano il Parco e cioè: il sentiero del Parco, il sentiero dello Spirito o il sentiero della Libertà. Inoltre c’è un itinerario dedicato alle capanne in pietra a secco.
I sentieri escursionistici nel territorio del Parco Nazionale della Majella sono oltre 120 completi di segnavia e con diversi livelli di difficoltà.
Oltre 20 semplici tracciati particolarmente adatti a famiglie con bambini e persone poco allenate. Molti attraversano aree faunistiche, giardini botanici o altre strutture d’interesse.
Per le persone inesperte e che affrontano per la prima volta una escursione nel parco, ci sono sempre i Centri di Visita o i Centri di Informazioni del Parco Nazionale della Majella dove reperire una ricca offerta di proposte didattiche, di visita per andare alla scoperta territorio. Molti centri sono dotati di bookshop, prodotti tipici del territorio e noleggio mountain bike.
Il centro di visita Sant'Eufemia a Maiella, per esempio, è un ideale punto di partenza per escursioni alla faggeta di Lama Bianca, attrezzata di sentieri fruibili ai disabili.
Inoltre, ad ogni struttura è affiancato un piccolo museo in cui si anticipano al visitatore le peculiarità della zona.
Spostandoci in altra parte del parco, protetta dalle imponenti montagne della Majella, abitata sin dal paleotico inferiore, il fertile altipiano della Valle Giumentina è considerato uno dei principali siti in Italia del periodo.
Presente in loco troviamo l’Ecomuseo Valle Giumentina. E’ un punto di partenza per chi ama la ricerca e la scoperta, primo nucleo di laboratorio territoriale che vuole interagire dinamicamente con le istituzioni di ricerca, le associazioni, gli studenti, gli appassionati, i turisti, con chiunque desideri conoscere le ricchezze del territorio. Un percorso guidato accompagna alla scoperta della storia del luogo e alla vista delle tipiche capanne a falsa cupola in pietra, costruite in ambiente agro-pastorale. Purtroppo non sempre è aperto, quindi è bene informarsi prima al Centro Visite per accedervi, ma comunque anche stando fuori il muretto di perimetrazione dell’area si riesce a dare un'occhiata. Diverse forme “Tholos”, costruzioni spontanee frequentissime sulle balze ed i pascoli della montagna, su questo sito in una splendida posizione. Zona molto bella per passeggiate e tranquillità ovunque.
Il Centro di Visita di Lama dei Peligni invece, è il punto di partenza per itinerari escursionistici verso il Rifugio Tarì, oppure alla scoperta delle pitture rupestri, dell'eremo di Grotta S. Angelo e della Grotta del Cavallone, una delle più alte d’Europa (1475 m s.l.m.).
Dallo stesso Centro Visite si può partire per percorrere il Sentiero Natura, breve percorso adatto a tutte le età, e per visitare l'Area Faunistica del Camoscio.
Abbiamo per gli amanti dei fiumi, La Riserva Naturale Regionale Sorgenti del Pescara con 7mila litri di acqua al secondo. Sono le Sorgenti più ricche e spettacolari dell'Appennino. Le acque fredde e limpide provengono dal gruppo del Gran Sasso e dal Parco del Sirente Velino, percorrono un tragitto sotterraneo di 30 giorni e riaffiorano in superficie ai piedi del Colle di Capo Pescara. La riserva naturale, oasi WWF, ospita la trota di fiume appenninica e un piccolo nucleo del gambero di fiume del centro Italia.
Il Centro di Visita di Fara San Martino è ideale per chi intende andare alla scoperta della Valle di Santo Spirito e delle Sorgenti del Fiume Verde.
Centro Visita di Caramanico Terme è ideale punto di partenza per escursioni nella Valle dell'Orfento e all'Eremo di San Giovanni, nonché per tutto il comprensorio nord occidentale del Parco. Lungo 16 km. il fiume Orfento conferisce il nome allo splendido vallone dove l´acqua, nel corso di milioni di anni, ha scavato una stretta forra che oggi è ricoperta da una fitta vegetazione su cui spiccano faggi, salici, felci e muschi. Prossimo su “I SEGRETI DELL’ABRUZZO” escursione presso “LA VALLE DELL’ORFENTO”.
In tutte le “Case del Parco” è possibile trascorrere una vacanza immersi nella natura. Tutte le foresterie, come gli ostelli o i rifugi, offrono servizi ed informazioni per non perderci alcun tesoro dell’area protetta.
Vale la pena visitare l’abbazia più monumentale della Majella è quella di S. Liberatore. Il monastero colpisce per la sua architettura essenziale, per il bianco che si staglia sulle verdi pendici della montagna di Serramonacesca. Più romantico l’impatto con l’abbazia di Santa Maria Arabona, chiostro secolare delle promesse d’amore e dei misteri.
E’ possibile percorrere un breve sentiero ad anello adatto alle famiglie lungo 1,8 km., che parte dal piazzale dell’Abbazia e conduce sulle rive del fiume Alento, che questo tratto si presenta ancora come un torrente. Qui, si può arrivare ad una bella cascata. Si prosegue oltrepassando il torrente su un piccolo ponticello in legno e dopo una breve salita si raggiunge uno slargo, sulla sinistra. Incastonate nella parete rocciosa si possono ammirare delle tombe rupestri immerse nel verde. Superate le tombe, si prosegue per alcuni metri lungo la gola e si attraversa un altro ponticello. Subito dopo il quale il sentiero risale su un costone per alcuni metri fino ad arrivare su una strada sterrata che costeggiando a monte l’Area faunistica del Capriolo, riporta verso la grande abbazia di San Liberatore a Majella.
Tra le foresterie del Parco Nazionale della Majella abbiamo quella chiamata “Casa del Lupo” a Caramanico Terme (PE), una struttura certificata “Pan Parks” che è suggerita come ideale punto di partenza per le escursioni che ci porteranno nella Valle dell’Orfento, verso gli Eremi di Celestino V e le massime vette della Majella e del Morrone.
Per gli amanti dei misteri d’Abruzzo in un luogo poco lontano da Manoppello, una località in provincia di Pescara, è possibile vedere un autentico tesoro. Il Santuario di Manoppello la “Basilica del Volto Santo” custodisce una delle reliquie più preziose della cristianità, il Volto Santo del Signore. Una storia sospesa tra leggenda e realtà che da sempre invita a ritrovare una dimensione spirituale. (Se desiderate saperne di più andate nel nostro sito alla sezione MISTERI)
Se in vece volete fare un viaggio nella natura e all’insegna del benessere Caramanico Terme è il luogo ideale per lo stile di vita in questo piccolo borgo medievale nel cuore della Maiella. Le qualità terapeutiche delle acque minerali sulfuree e oligominerali, i benefici dei trattamenti termali, l’ambiente salubre e il clima mite ne fanno il luogo ideale.
Altra località toccata dai nostri fiumi (i 2 fiumi Giardino e San Callisto, i 2 fiumi Aterno e Pescara che attraversano il paese, le preziose acque sulfuree utilizzate per le cure e trattamenti negli stabilimenti termali), è Popoli, “Chiave dei tre Abruzzi” e “Città delle Acque”. Sorge all’ingresso delle “gole dei Tremonti”, una profonda incisione che separa le ultime propaggini dei due massicci abruzzesi, la Maiella e il Gran Sasso, e che, percorsa dal fiume Pescara, mette in comunicazione la Conca Peligna e l’Aquilano con la provincia pescarese. Nei pressi della città, l’Aterno, il più lungo dei fiumi abruzzesi, si unisce al Pescara.
A 40 minuti dal centro di Popoli troviamo La rocca dei Cantelmo, con un che di magico, che negli ultimi tempi è stata restaurata e consolidata, con le torri ricostruite e diverse parti delle mura. Il castello domina la collina boscosa, alle cui pendici la cittadina offre scorci suggestivi di paesaggio e monumenti notevoli, dalla chiesa di San Francesco, del ‘400, alla Taverna Ducale o Taverna Vecchia, un interessante esempio di architettura civile in Abruzzo, fatta costruire da Giovanni Cantelmo, alla metà del 1300, come magazzino di raccolta e vendita di tutte le decime dei prodotti agricoli provenienti dal feudo, e che in seguito fu trasformata in locanda con annesso cambio dei cavalli. Esiste un comodo e ben tracciato sentiero che parte da Popoli attraversa un bosco con pendenze agevoli alla portata di tutti e arriva al castello e ad una stupenda vista che apre sulla vallata.
Le acque medicamentose di Popoli, famose insieme a quelle di Raiano e Corfinio fin dall’antichità, furono captate e sfruttate a fini terapeutici intorno all’anno 1870, quando si dette l’avvio alla costruzione di uno “stabilimento termale” che utilizzava l’ottima acqua sulfurea del luogo. Di fronte all’edificio delle “vecchie terme”, che presto sarà sistemato seppur con funzioni diverse dal passato, al di là del fiume Pescara, sorge il nuovo complesso delle Terme di Popoli, uno stabilimento all’avanguardia, aperto tutto l’anno, che utilizza le acque di ottimo grado solfidrometrico per la cura di patologie di ambito artroreumatologico, otorinolarigoiatrico, pneumologico, dermatologico e ginecologico.
Affacciato sulla Gole di Popoli, il Monte Rotondo, alto 2.064 m s.l.m., è una delle vette che circondano l'altopiano delle Rocche ed è l'estrema propaggine settentrionale; con la sua lunga cresta emerge dai fianchi boscosi della dorsale, offrendo al visitatore un panorama mozzafiato su tutte le principali vette dell'Appenino abruzzese. Appartiene alla catena del Sirente-Velino, nell'Appennino abruzzese, in provincia dell'Aquila, all'interno del territorio dei comuni di Rocca di Mezzo e Rocca di Cambio.
Nella sua Riserva Naturale dimorano il lupo appenninico, il cervo, il gatto selvatico, l’aquila, il falco pellegrino, il lodaiolo e la coturnice.
Gli itinerari sono molteplici e di vario tipo. Dal Centro Visita del Lupo agli abeti bianchi della Fossa, il rifugio di Monte Corvo, e poi le grotte, l'affaccio sulle Gole e la magia dei boschi.
Per chi invece preferisce un percorso un “po' più in basso” su iniziative promosse dall’Associazione Città dell’Olio è possibile visitare alcuni borghi e andare alla scoperta degli ulivi secolari della varietà autoctona “Toccolana” o “Pollice”. Tanti itinerari in un’unica data per una passeggiata (dai 2 ai 5 chilometri) dedicata a famiglie e appassionati alla scoperta del patrimonio olivicolo italiano attraverso paesaggi che regalano delle silenziose bellezze, legati alla storia ed alla cultura dell’oro verde. A tal proposito il nostro borgo di Tocco da Casauria, con le sue vaste zone collinari del Casauriense, testimonia quanto la coltivazione dell'olivo su queste colline abbia una storia importante e antichissima.
Nel borgo spesso vengono organizzate delle giornate dove visitatori sono accompagnati da una guida locale esperta, in un ambiente unico e dal fascino intramontabile, con visite anche nei frantoi e con degustazione di olio e prodotti tipici locali.
Tornando invece sul monte del Morrone, che unisce Majella e Gran Sasso, gli escursionisti più esperti possono attraversare la dorsale montuosa che si estende tra le Gole di Popoli e il Passo San Leonardo che garantisce continuità territoriale tra i due parchi nazionali. Entrambi gruppi montuosi dell'appennino centrale abruzzese sovrastano la città di Sulmona, racchiudono la Valle Peligna, il fiume Aterno e la Majella.Quest’ultimi sono separati dalla valle del torrente Orte.
Gli amanti di leggende potranno visitare il belvedere Balzolo in borgo di Pennapiedimonte provincia di Chieti. Qui si consumò la leggenda di Ermes (Ermete) e sua madre, la dea Maja, da cui deriva il nome di Majella.
C’è ancora tanto da raccontare. Questo articolo è soltanto la punta di un iceberg. Continuate a Seguirci su “I SEGRETI DELL’ABRUZZO”.
Giuseppe LIBERO
Fonti consultate per la redazione dell’articolo
www.parcomajella.it
www.ideegreen.it
www.majambiente.it
www.camminatatragliolivi.it
www.abruzzoparks.it