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OLACI SU “I SEGRETI DELL'ABRUZZO”

(Parte I)

              Nella nostra regione quando parliamo di piante  insolite e dal sapore indimenticabile spesso il pensiero ci porta  ad una erba selvatica che nell’territorio Aquilano è nota col nome di “Olaci”. 

  Il nome botanico è Chenopodium bonus-henricus,  ma dipendente dalla regione in cui ci si trova,  nei dialetti, oltre al nome di Olaci quest’erba selvatica è conosciuta anche con i nomi comuni  Parüch, Buon Enrico, Farinelli, Orapi o Spinaci di monte.

 Gli Olaci sono risaputi in tutta l’Europa fin dai tempi dell’antica Grecia,  considerati in tempi lontani un alimento povero (erano largamente coltivati dagli inglesi intorno al XVIII secolo), sono diventati oggi invece una verdura  molto ricercata e pertanto spesso oggetto di raccolte indiscriminate.

             Essendo delle piante erbacee perenni dalla crescita spontanea a volte si presentano striscianti e riescono a ramificarsi in maniera esemplare, ma la pianta può anche presentarsi con un fusto eretto e ascendente, striato, foglioso che può raggiungere un’altezza  dai 20 e 70 centimetri. 

 

 

 

I fiori della pianta si formano all’interno di una spiga e variano di colore perché a volte sono rossi e altre volte tendono al verde molto acceso. La fioritura avviene tra Luglio e Settembre. 

 

I frutti degli olaci sono acheni con semi neri e lucenti.

 

 

I SEGRETI DELL'ABRUZZO

 

 

 

 

Le foglie di questa pianta, di colore verde, sono ricoperte di una fitta peluria, con una forma ondulata e triangolare che ricorda  una freccia (sagittate) oppure il  piede dell’oca (da cui è derivato il nome botanico podium= il piede e chen= dell’oca). 

 

                                   

 

I SEGRETI DELL'ABRUZZO

 

 

 

Gli olaci  non sono proprio introvabile nelle regioni montuose dell’Abruzzo,  soprattutto nel territorio Aquilano, ma  bisogna saperli cercare nei luoghi e nei periodi giusti dell’anno. Infatti,  incominciamo a trovarli salendo verso i  2000 metri  e più sono in quota più sono buoni.  Inoltre per trovarli non è sufficiente sapere che gli olaci si trovano nei pascoli di alta montagna e nei prati erbosi. La pianta predilige terreni azotati e ben concimati anche se si adatta a diverso tipo di terriccio. Si individuano  molto spesso presso quelle zone montane dove sono soliti pascolare mucche e cavalli i quali  lasciano le loro deiezioni, che trasformandosi in letame funge da concime organico in quel terreno.

         Gli Olaci potrebbero essere coltivati anche in giardini o orti. Non troviamo però queste coltivazioni nelle nostre zone perché  il “Buon Enrico” (cosi chiamato nei paesi del nord Italia) come ortaggio è poco considerato anche se   possiede davvero tante virtù anche terapeutiche.

            Ora, è cosa risaputa che,  chi sa dove cercare gli olaci, ben si guarda di farlo sapere ad altri, ma il nostro scopo è condividere la  nostra passione per la regione e tutti i suoi segreti.  Per questo motivo,   “I SEGRETI DELL’ABRUZZO”  vi indicherà esattamente dove andarli a cercare.

 Nel frattempo però,  per chi pensa di tentare una “caccia agli olaci”, anticipiamo le accortezze per individuare le aree, dove e quando  andarli a cercare.  Il periodo migliore per raccogliere gli olaci va dal mese di maggio a luglio ed la prima accortezza da tener presente  è  di cercarli lungo sentieri e pascoli ben soleggiati, con  presenza di cespugli della pianta dell’Ortica.  

Spesso gli Olaci crescono in consociazione con quest’ultima pianta  che può essere individuata più facilmente da lontano.

   Per quanto alla commestibilità degl’olaci,  si cucinano  in mille modi e possono entrare a pieno titolo in qualsivoglia  ricetta. Come gli spinaci, essi contengono molto acido ossalico e purtroppo se ne sconsiglia l'uso a chi soffre di artrite, di reumatismi, di gotta o nei casi di insufficienza renale.

A meno delle radici tutta la pianta è commestibile. Le foglie, crude o cotte, sono nutrienti e ricche di ferro, vitamine e minerali. Per queste sue qualità possono essere utili in caso di anemia, ed sono efficaci come emolliente o lassativo.

Come già accennato questi spinaci selvatici crescono in pascoli ingrassati costantemente con le deiezioni animali, vanno quindi lavati e rilavati diluendo nell'acqua anche del bicarbonato che funge da disinfettante.

Si preferiscono i germogli o le cime immature delle giovani piante. Possono essere consumate crude  in insalata o cucinate come una verdura, lessa o soffritta in padella  come condimento per pasta o riso, all'interno dell'impasto per fare la pasta verde, come ripieno per i ravioli, per farne minestre o come contorno. Il profumo è deciso ma di gusto sono delicatamente amarognoli. I SEGRETI DELL’ABRUZZO vi proporrà presto, oltre le ricette del seguente articolo,   delle ricette tradizionali con gli olaci che potrete scaricare  dal sito e cucinare facilmente.

Le foglie degli Olaci vengono utilizzate soprattutto per le frittate ed  i getti fiorali si possono consumare come gli asparagi.

Ricordiamo che dopo essere stati cotti questi spinaci di montagna non devono essere assolutamente riscaldati, poiché potrebbero produrre nitrati tossici per l’organismo umano.

Per raccogliere gli Olaci in montagna sono sufficienti un paio di guanti da giardino, un cestino ed un coltellino. Ricordatevi di non carpire le radici della pianta quando li prenderete,  ma tagliate soltanto il fusto o le foglie. Rispettate la natura e non fate una raccolta sfrenata.

Per sapere in quali località, della nostra regione, dove cercare questi ricercatissimi Spinaci selvatici di montagna e per le nostre ricette, presto nella PARTE II.. continuate a seguirci su  “I SEGRETI DELL'ABRUZZO”.